Il lavoro del lutto
È proprio durante il lutto che mettiamo in discussione tutto: noi, la vita, il passato e il futuro.
Quello del lutto è un vero e proprio lavoro di ristrutturazione di noi e delle rappresentazioni che allestiscono la realtà che percepiamo.
Noi decidiamo che significato dare a cosa; che ruolo assegnare a chi; che posto occupare nella storia che ci raccontiamo di noi.
Questo lavoro richiede impegno, pazienza, perseveranza, creatività e tempo.
In psicologese questa roba qui viene tradotta circa come
Avere un ruolo attivo nel processo del lutto.
È vero, la morte capita e quando capita non possiamo che prenderla per come è: è parte integrante della vita, non possiamo proprio farne a meno. Quando abbiamo accettato di fare un giro in questo pezzo di realtà, l’abbiamo certamente messa in conto, anche se non ce lo rammentiamo
La sensazione di passività che sperimentiamo non è veritiera: si tratta del modo di questo tempo storico di gestire un tema scottante. Perché quel che circonda tutti i fatti del nostro vivere, dipende dalla cultura in cui siamo immersi.
Oggi pare sia più fruttuoso aspirare all’immortalità e restare spezzati irrimediabilmente quando ciò non si avvera, cioè sempre.
Invece noi siamo capaci di ricomporci, se solo riuscissimo a restituirci ciò che ci spetta, cioè questo ruolo attivo che tutti siamo in grado di avere nel processo del lutto.
Quindi, non è il dolore che ci cambia, siamo noi che decidiamo cosa fare di noi a fronte di quel dolore.
Pubblicato per la prima volta il 26 agosto 2021