Storia di una nonna e il suo Pollicino

Vi racconto una storia, la mia storia con una persona speciale.
Tutto è  iniziato così: stavo camminando nel bosco, illuminato a tratti dai raggi del sole che filtrano fra i rami; il solo rumore, quello del vento che fa muovere con delicatezza,  le poche foglioline colorate di rosso, rimaste attaccate agli alberi… Ecco che mi sembra di sentire un piccolo sospiro,  lieve, ma che mi arriva più al cuore, che alle orecchie.
Chi c’è nel bosco insieme a me?
Poi, in una piccola nicchia scavata sul ramo di in un albero, ecco, lo vedo e quasi non credo ai miei occhi… Sì, ho letto più volte Il Piccolo Principe, un libro che mi piace tantissimo, ma ora davanti a me, ecco un bimbo piccino, piccino, con le braccine tese verso di me.
Voleva solo provare a uscire dalla sua nicchia nel ramo, ma da solo non riusciva  a farlo e non sapeva se farlo sarebbe stato giusto… Era la sua nicchia, la sua casa e non conosceva altro…
Lì sentiva rumori che lo rassicuravano: uno era un rumore continuo… come il battito di un cuore,  l’altro era la voce di una donna, poi la voce di un uomo e spesso li sentiva ridere di cuore, inconsapevoli della sua presenza silenziosa.
Era rimasto lì per tutto il suo tempo, mi disse che era confuso, che non sapeva cosa fare. Quei rumori gli piacevano e lo rassicuravano.  Il cibo era assicurato ogni giorno, non mancava. A volte, quando tutto intorno era silenzio, poteva sentire battere anche il suo cuore, veloce veloce… mi sorrise con infinita dolcezza.
Mi sentii disarmata e impotente… Come aiutarlo?
Come ti chiami?
Gli chiesi e lui mi rispose che non aveva un nome e mi chiese quale nome gli avrei dato io.
Ci pensai su un pochino, lo guardai e pensando alle favole della mia infanzia ed ecco mi venne in mente Pollicino.
Ti piace il nome Pollicino? In fondo è  una bella fiaba, lui ritrova sempre la strada di casa, forse come vorresti fare anche tu. Non ti senti a tuo agio dove sei… Hai bisogno di aiuto per trovare la tua strada.
«Hum, in fondo mi piace… Approvo!» Mi disse.  Poi aggiunse: «Ma tu mi puoi aiutare a ritrovare la strada di casa, a uscire da questa nicchia, in cui in fondo sto bene, ma comincia a essere stretta?»
Riflettei a lungo… forse troppo a lungo… sospirai… era alto quanto una pratolina, quelle piccole lievi margheritine che coprono i prati in primavera… Si poteva piegare al primo soffio di vento, eppure cercava, come un uomo adulto la strada di casa.
Cosa posso fare per te Pollicino?
Pensavo che non poteva restare dove era, non sarebbe sopravvissuto a lungo…
«Senti – gli dissi – ho riflettuto su come aiutarti e ho solo un modo da proporti, ascoltami. A volte, quando si è  cosi piccini, abbiamo un bisogno immenso di trovare un posto sicuro, dove poter restare… Ecco mio piccolo Pollicino, posso offrirti un posto nel mio  cuore. Così continuerai a sentire il rumore rassicurante che ti piace tanto… Starai al caldo, ti parlerò spesso, ti potrò far sentire l’amore grande che sento per te, sarà un posto tutto tuo, nessuno potrà portarti via da li, nessuno!»
Lui mi guardò con i suoi occhioni, grandi per quel minuscolo visino e mi disse sorridendo:
Pensi davvero di potermi accogliere nel tuo cuore?
Ecco, lo guardai con amore, mentre mi scendevano le lacrime, non riuscivo a trattenerle e risposi di sì, che poteva abitare lì,  fino a quando ne avesse sentito il bisogno.
 E così Pollicino cambiò casa e venne a vivere nel mio cuore e lo fece battere per un momento più forte… Lo riscaldò con la sua presenza e da quel momento noi due imparammo a fare lunghe chiacchierate, risatine, qualche lacrima… e il mio cuore ha la gioia di poterlo cullare per tanto, tanto tempo.
 Con amore, nonna
Quando una piccola vita lascia il grembo della sua mamma, a patire il lutto per la sua perdita, non sono solo i genitori. Anche i familiari vivono la morte di quello che era, e resterà, un nipote, un fratello…
Quanto è importante anche per loro trovare riconoscimento e poter esprimere la loro pena?
Quanto è importante potersi narrare una storia che contenga emozioni così difficili e faticose da esprimere?
La Nonna di Pollicino ci dona la sua storia, nella speranza che possa essere di aiuto ad altri nonni.
Noi la accogliamo con profonda gratitudine, ammirati dal calore di parole che, sappiamo, scalderanno altri cuori dolenti.